LE PINNE DI SQUALO IN EUROPA: le implicazioni della riforma del Regolamento Europeo sul finning
TRATTO DA Sommario di Sarah Fowler e Sonja Fordham - Le pinne di squalo in Europa: le implicazioni della riforma del Regolamento Europeo sul finning. Disponibile online in pdf.SOMMARIO DEL RAPPORTO
Questo rapporto riassume uno studio sul prelievo, la lavorazione e il commercio di pinne di squalo in Europa e la loro importanza a livello globale. Il rapporto è stato condotto allo scopo di contribuire all’attuale dibattito sul rafforzamento del Regolamento europeo sul finning.
INTRODUZIONE
Gli squali vengono catturati in tutto il mondo per la loro carne, le pinne, il fegato e l’olio di squalo e costituiscono un importante sottoprodotto di molte attività di pesca di diverso tipo. Gli squali inoltre sono sempre più la specie obiettivo della pesca pelagica (usando prevalentemente palamiti), che spesso catturano tanti (o più) squali quanti pesci ossei. La pesca agli squali continua ad essere ampiamente non controllata nella maggior parte degli oceani del mondo, in quanto sono stati adottati relativamente pochi limiti di pesca dall’Unione europea (UE), dalle Organizzazioni Regionali per la Gestione della Pesca (ORGP) e da altri Stati. Anche la raccolta dati sulla pesca degli squali è estremamente insufficiente a livello mondiale.
Le pinne sono l’ingrediente essenziale della zuppa di pinne di squalo, un piatto tradizionale cinese, presente nei banchetti delle feste celebrative e estremamente costoso. La domanda di pinne di squalo è aumentata vertiginosamente a partire dagli anni ’80; le pinne di squalo sono oggi uno dei prodotti ittici più costosi: ad Hong Kong il prezzo delle pinne di squalo lavorate varia tra i 90 e i 300 euro al chilo; al contrario nei mercati europei la vendita al dettaglio di carne di squalo varia tra 1 e 7 euro al chilo. L’Europa è uno dei maggiori fornitori del mondo di pinne di squalo verso l’Asia dell’est e alcuni dei suoi Stati membri si classificano tra i primi 20 Paesi al mondo per la cattura di squali.
Le caratteristiche della maggior parte degli squali (crescita lenta, tarda maturità sessuale, basso numero di piccoli) li rendono particolarmente vulnerabili all’impatto della pesca eccessiva, e una volta impoverite, le popolazioni hanno un recupero lento. Negli ultimi decenni molte popolazioni di squali sono diminuite rapidamente. Le specie pelagiche, costiere e migratorie sono quelle maggiormente minacciate, a causa soprattutto dell’intensità dello sforzo di pesca nei loro habitat. Più del 25% di tutte le specie di squali pelagici, il 35% delle specie epipelagiche e più della metà dei grandi squali pelagici sono classificati nella Lista Rossa dell’Unione Mondiale per la Conservazione della Natura (IUCN) come minacciati di estinzione. Il prelievo di predatori al vertice della catena trofica minaccia inoltre la stabilità dell’ecosistema marino e la pesca eccessiva (incluso il finning), è oggi considerata il maggior fattore di rischio di estinzione degli squali.
COME VIENE AFFRONTATO IL PROBLEMA DEL FINNING
Il finning è ampiamente considerato una pratica di pesca non consigliabile, in quanto comporta spreco di risorse, sovrasfruttamento e pesca eccessiva (lo sforzo di pesca non è limitato dallo spazio nella stiva), minaccia la sicurezza alimentare, fornisce dati insufficienti sulla mortalità degli squali e conseguentemente rappresenta una minaccia alla sostenibilità della pesca e degli ecosistemi. Molte persone sono inoltre preoccupate anche dalla crudeltà connessa allo spinnamento degli squali vivi.
La questione del finning è stata discussa in molti meeting nazionali, regionali e internazionali sulla pesca e l’ambiente negli ultimi due decenni. Questa pratica è ora proibita da più di 20 Paesi e dalla maggior parte delle Organizzazioni Regionali per la Gestione della Pesca (OR GP), attraverso diverse strategie di gestione e applicazione.
Sono stati testati diversi metodi di applicazione del divieto di finning fin dai primi anni ’90. Storicamente il metodo più comune per applicare il divieto è stato limitare il rapporto di corrispondenza (proporzione) tra peso delle pinne e delle carcasse. Questo metodo è stato adottato dall’UE e dalla maggior parte degli Stati aventi regolamenti sul finning, oltre che dagli ORGP. Il metodo più efficace per applicare il divieto consiste nel richiedere che gli squali vengano sbarcati con le pinne “naturalmente” attaccate al corpo. Questo sistema è stato adottato da diversi Stati, in particolare in America centrale e nell’America del nord, dando così impeto per un cambiamento globale. Ciò si riflette nelle recenti dichiarazioni dell’Assemblea Generale delle Nazioni Unite, nel Fish Stocks Agreement Review Conference nel 2010 e nelle discussioni degli OR GP. Metodi alternativi – quali ad esempio il calcolo delle pinne e delle carcasse o la raccolta delle pinne usando sacchetti successivamente legati alla carcassa o l’etichettatura – sono stati rifiutati o revocati in molte regioni e sono attualmente usati solo da pochi pescherecci che catturano un basso numero di squali.
Cos’è il finning e perché si pratica? | ||
Il finning è la pratica che consiste nel tagliare le pinne degli squali e rigettare il resto della carcassa dell’animale in mare. |
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LA PESCA EUROPEA DEGLI SQUALI
Spagna, Francia, Inghilterra e Portogallo si schierano tra i 20 principali Paesi per la cattura degli squali. Gli sbarchi complessivi di questi quattro Stati membri mettono da soli l’Europa al secondo posto al mondo nella classifica dei Paesi maggiormente coinvolti nella pesca agli squali - dietro solo all’Indonesia, in termini di volume di catture di squali.
Le catture di Inghilterra e Francia riguardano principalmente piccole specie demersali e costiere, catturate per la loro carne e sbarcate intere. I pescherecci di Inghilterra e Germania catturano invece nel nord-est dell’Atlantico squali di profondità; vi sono inoltre catture accessorie di squali pelagici nella pesca al tonno con le reti a circuizione francesi.
La pesca degli squali più ampia in Europa viene praticata da Spagna e Portogallo con i palamiti, che hanno come specie obiettivo il pescespada e gli squali (per la carne e le pinne). Questi pescherecci si sono diffusi dall’Atlantico al Pacifico e all’Oceano Indiano; le catture sono per l’80% verdesche (Prionace glauca) e 10% mako (Isurus oxyrinchus). Vengono catturati anche lo squalo sericeo (Carcharhinus falciformis), gli squali volpe (Alopias spp.), lo smeriglio (Lamna nasus), gli squali martello (Sphyrna spp.) e il longimano (Carcharhinus longimanus).
IL DIVIETO DI FINNING NELL'UNIONE EUROPEA
L’UE ha adottato nel 2003 il Regolamento (EC) No. 1185/2003 per vietare la pratica del finning. Il Regolamento proibisce ai pescatori di rimuovere le pinne degli squali a bordo dei pescherecci, ma include una deroga attraverso la quale gli Stati membri possono rilasciare ai pescherecci Permessi Speciali di Pesca per la rimozione delle pinne a bordo del peschereccio, fornendo una giustificazione sulla necessità di tale pratica e dimostrando l’utilizzo di tutte le parti dello squalo. Al momento solo la Spagna e il Portogallo rilasciano questi permessi; l’Inghilterra e la Germania ne hanno invece recentemente bloccato la concessione ai loro pescherecci. Quando si applicano tali deroghe, pinne e carcasse possono essere sbarcate in porti separati e il peso delle pinne sbarcate si limita al 5% del peso vivo (o intero) dello squalo.
LE PROBLEMATICHE EUROPEE NELL'APPLICAZIONE DEL DIVIETO DI FINNING
Il divieto dell’UE sul finning è associato a deroghe, scappatoie e bassi standards che comportano grandi perplessità. In particolare il Regolamento UE sul finning:
stabilisce un rapporto di corrispondenza tra pinne e carcassa teorico piuttosto che effettivo e misurabile
stabilisce un rapporto di corrispondenza tra peso delle pinne e delle carcasse estremamente alto (il più alto al mondo)
permette sbarchi separati di pinne e carcasse
è spinto e appoggiato da due Stati membri per giustificare il “tradizionale” taglio delle pinne e inseguire mercati diversi
presenta problemi di monitoraggio e applicazione non solo entro i confini europei ma internazionalmente.
Il sistema di monitoraggio degli Stati membri sull’applicazione del Regolamento UE sul finning è gravemente insufficiente. Molti documenti vengono presentati incompleti, in ritardo e spesso non sono prontamente accessibili al pubblico.
Sebbene i Permessi Speciali di Pesca per la rimozione a bordo delle pinne siano stati assegnati come eccezioni, oggi sono diventati la regola per le più importanti flotte di pesca europee che pescano squali pelagici: quelle della Spagna (quasi due terzi dei palamiti di superficie) e del Portogallo.
Le abituali tecniche di lavorazione utilizzate dai pescherecci spagnoli e portoghesi della flotta europea, il cui risultato è avere alti rapporti di corrispondenza tra pinne e carcassa, sono:
il prelievo del lobo caudale superiore
il taglio profondo delle pinne tale da lasciare più carne attaccata alle pinne
il prelievo della piccole pinne secondarie.
I divieti di finning delle Organizzazioni Regionali di Gestione della Pesca (ORGP) | ||
Otto ORGP hanno adottato misure per vietare la pratica del finning usando una definizione molto simile e un rapporto di corrispondenza del peso tra pinne e carcassa del 5%. Le norme previste dagli ORGP non specificano se il rapporto si applica sul peso intero o eviscerato dello squalo, a causa della necessità di considerare sia l’alto rapporto applicato dall’UE (5% del peso intero), sia rapporti più bassi (5% del peso eviscerato) usati da altre Parte contraenti. Il risultato è stato l’aver creato una scappatoia che potrebbe comportare un significativa pratica del finning. Gli organi di consultazione scientifica di alcune di queste ORGP hanno evidenziato i problemi relativi all’uso di un singolo e universale rapporto di corrispondenza tra pinne e carcassa per la gestione di specie di squali e sistemi di pesca differenti, ed hanno consigliato di usare sistemi di corrispondenza alternativi. |
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LE PINNE DI SQUALO NEL COMMERCIO
L’Europa, in particolare la Spagna, è il più grande esportatore del mondo di pinne di squali verso la Cina, la quale è a sua volta il più grande importatore e consumatore al mondo di carne e pinne di squalo. I dati della FAO (l’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’alimentazione e l’agricoltura) indicano che l’Europa è responsabile del 56% delle importazioni globali totali di squali da altri Stati e di più del 30% delle esportazioni in tutto il mondo. La Spagna esporta principalmente pinne congelate.
I sottili e trasparenti raggi – simili a spaghetti o “filamenti”- estratti dalle pinne degli squali, sono l’ingrediente essenziale della zuppa di pinne di squalo. Alcune specie (inclusi lo squalo martello e il mako) sono maggiormente preferite ed hanno quindi un valore economico più alto rispetto ad altre. Il valore delle pinne varia a seconda della misura (le pinne più grandi contengono raggi più lunghi e di maggior valore economico) e della posizione della pinna (il lobo più basso della coda contiene filamenti molto densi ed è particolarmente costoso).
COME VENGONO TAGLIATE LE PINNE
Molti pescherecci europei esportano l’intera pinna caudale (coda) degli squali mentre in altre parti del mondo molti pescherecci scartano il lobo superiore, in quanto contiene solo pochi raggi corti che sono quelli con un valore basso. Includendo il pesante lobo caudale superiore con altre pinne, aumenta significativamente il rapporto di corrispondenza tra il peso delle pinne e delle carcasse.
Vengono effettuati diversi tipi di taglio per preparare le pinne congelate o essiccate all’aria per le esportazioni. Per le pinne essiccate, gli acquirenti preferiscono che venga rimossa tutta la carne usando un taglio a “mezza luna”, che minimizza la quantità di cartilagine e di polpa sulla pinna. Parte della carne eccedente viene scartata prima di essere esportata in Asia; la parte restante viene rimossa in Asia prima dell’asta.
Tagli sommari e poco precisi aumentano significativamente il rapporto di peso tra pinne e carcasse e potrebbero essere fatti intenzionalmente, in considerazione del fatto che un peso maggiore comporta un prezzo maggiore. In realtà, i tagli sommari riducono il valore delle pinne così come della carne degli squali e aumentano il costo di lavorazione.
I RAPPORTI DI CORRISPONDENZA TRA PINNE E CARCASSA
I limiti posti nel rapporto di corrispondenza tra pinne e carcasse, vengono utilizzati per applicare il divieto UE sul finning ma l’attuale rapporto di peso dipende dal tipo di taglio e da altri sistemi di lavorazione, così come dalla morfologia delle specie.
Un’analisi delle informazioni scientifiche sulla pesca nell’Oceano Atlantico e Indo-Pacifico evidenzia che, in media, la corrispondenza di peso per la maggior parte delle specie catturate dai pescherecci dell’UE sia inferiore al limite del 5% del peso intero concesso dal Regolamento europeo sul finning. L’eccezione è rappresentata dalla verdesca, lo squalo pelagico predominante negli sbarchi in UE , con un rapporto di corrispondenza medio del 6,4% del peso intero e del 14% del peso eviscerato, secondo i dati spagnoli e portoghesi. Questi rapporti alti derivano dalle tecniche di lavorazione di queste flotte e sono circa tre volte più alti del rapporto di corrispondenza ottenuto per la verdesca da altre flotte pelagiche, operanti nell’oceano Atlantico e Indo-Pacifico. La corrispondenza pinne/carcasse più bassa in UE era dell’1,6% sul peso intero, per i pescherecci che pescano squali di profondità che trattengono a bordo solo le pinne caudali con le carcasse, o del 3,6% quando vengono conservate tutte le pinne.
Vi è inoltre una significativa differenza nella corrispondenza dei pesi pinne/carcasse eviscerate, perché le carcasse eviscerate possono essere sbarcate in molti modi diversi. Le carcasse possono essere semplicemente eviscerate (rimuovendo circa il 25% del peso intero) o anche decapitate. Inoltre i lembi della pancia e della parte anteriore del corpo fino alle branchie possono essere rimosse. Infine, le carcasse possono essere spellate e/o sfilettate. La lavorazione intensiva toglie molto al peso della carcassa perciò vi è un notevole aumento del rapporto pinne/carcasse sul peso eviscerato dei prodotti finali.
Le variazioni nella corrispondenza pinne/carcasse derivano anche dalle differenze della morfologia tra le specie. Per esempio, la corrispondenza tra pinna e peso intero dei quattro più grandi squali pelagici e costieri sbarcati dall’US Atlantic Shark Fishery si attesta tra il 2,55% per lo squalo grigio (Carcharhinus plumbeus), il 2,16% per la verdesca, l’1,77% per il mako e l’1,45% per lo squalo sericeo. Ci sono anche piccole differenze nel rapporto di corrispondenza tra classi di età della stessa specie di squalo.
Queste tematiche illustrano le difficoltà associate all’utilizzo del rapporto di corrispondenza tra pinne e carcasse per l’applicazione dei divieti sul finning.
LA MODIFICA DEL REGOLAMENTO UE SUL FINNING
Nel 2006, il Parlamento europeo ha chiesto alla Commissione europea di rafforzare il Regolamento sul finning. Il Piano d’Azione comunitario dell’UE (CPOA) sugli squali, adottato nella primavera del 2009, riconosce alcune delle scappatoie presenti nel Regolamento e ha proposto delle azioni da seguire. Il Consiglio dei Ministri della Pesca dell’UE ha incoraggiato la Commissione a porre particolare attenzione a queste tematiche sul finning e a darne priorità proponendo emendamenti al Regolamento.
All’inizio del 2010, la Commissione UE ha presentato una “roadmap” per il processo di revisione che suggerisce di inviare una proposta finale nella prima metà del 2011 al Consiglio e al Parlamento europeo, seguendo un processo di consultazione pubblica. La Commissione si aspetta di ricevere i pareri degli stakeholders su una serie di opzioni di revisione del Regolamento, alcune dei quali sono reciprocamente esclusive.
LA VALUTAZIONE DELLE POSSIBILI OPZIONI POLITICHE
1. Nessun cambio politico
La situazione attuale non consentirà di soddisfare gli impegni di rafforzamento del Regolamento UE sul finning presi dalla Commissione europea e supportati dal Consiglio dei Ministri e dal Parlamento europeo.
2. Sbarcare pinne e corpi degli squali simultaneamente
La giustificazione all’autorizzazione di sbarco di pinne e carcasse in porti differenti (non è possibile vendere pinne in alcuni porti dove vengono sbarcate le carcasse) è debole, o addirittura non plausibile. I commercianti di pinne e/o i trasformatori sono presenti o rappresentati in ogni porto di pesca utilizzato dalle flotte che pescano squali e le pinne di squalo vengono periodicamente imbarcate nei container in ogni punto di sbarco del mondo. Inoltre, le imbarcazioni che richiedono di sbarcare pinne e carcasse di squalo insieme e nello stesso porto, migliorerebbero il monitoraggio e l’applicazione del Regolamento sul finning.
3. Applicazione della corrispondenza pinne/carcassa sul peso eviscerato anziché sul peso intero (teorico)
Il rapporto di corrispondenza pinne /carcasse sul peso intero non può essere applicato perché non può essere misurato rispetto alle carcasse eviscerate nei punti di sbarco. Se il Regolamento continua a basarsi su un rapporto di corrispondenza pinne/carcasse per la sua applicazione, la conformità al sistema di monitoraggio prevede che venga stabilita una proporzione tra le pinne e le carcasse eviscerate.
4. Cambiare il rapporto di corrispondenza tra pinne e carcasse
Il rapporto di corrispondenza del 5% tra pinne e peso intero delle carcasse, basato sulle tecniche di taglio spagnole e portoghesi, è pesantemente debole rispetto alle corrispondenze usate in qualsiasi altro posto; ciò può comportare che chi pratica il finning non venga scoperto, se vengono utilizzate differenti tecniche di taglio delle pinne. Riducendo il rapporto europeo del 5% di corrispondenza tra pinne e carcasse sul peso eviscerato si potrebbe garantire una maggiore coerenza con altre realtà di pesca e questa potrebbe essere la strada più veloce per una maggiore aderenza al divieto di finning nelle OR GP e ovunque a livello globale. Non sarebbe infatti vantaggioso se le flotte europee continuassero a poter utilizzare un rapporto teorico del 5% e a stabilire un proprio rapporto pinne/carcasse sul peso eviscerato. Con un rapporto più basso i pescatori spagnoli e portoghesi, in particolare, dovrebbero cambiare il loro sistema di taglio delle pinne, ma tali modifiche sarebbero in linea con la domanda del mercato e quindi potrebbero incrementare positivamente i loro profitti.
Alzando il rapporto di corrispondenza si allargherebbero le attuali scappatoie al divieto e aumenterebbe le probabilità di non scoprire le attività di finning. Stabilire differenti rapporti di corrispondenza per le diverse specie e/o flotte, potrebbe essere particolarmente difficile da applicare e richiederebbe molti costi, tempo e ricerca.
5. Raccogliere le pinne tagliate con le carcasse usando sacchetti, etichette o contando le parti sbarcate
Questi approcci sono usati in poche realtà di pesca australiane che sbarcano solo un piccolo numero di squali. Sono stati testati in un’attività di pesca agli squali di grande volume, in Costa Rica, e questo sistema è stato ritenuto non valido. Un ampio utilizzo di tale sistema nei grandi pescherecci che catturano squali, potrebbe comportare un enorme carico sull’industria e sulle attività del personale (potenzialmente richiedendo di etichettare, mettere nei sacchetti e attaccare le pinne di milioni di squali ogni anno), mentre la perdita o lo scarico dei sacchetti e/o delle etichette in mare comporterebbe un rischio per la vita marina.
6. Proibire la rimozione delle pinne a bordo dei pescherecci
Quando le pinne rimangono attaccate alle carcasse fino a che sono state sbarcate, il finning e la sovra- stima (in quanto si mescolano corpi e pinne di differenti misure o specie di squalo) sono impossibili. L’applicazione del limite è fortemente ridotto in confronto ad altre opzioni, la conformità del sistema di monitoraggio è vincolato per garantire che non venga tagliata nessuna pinna fino a quando a terra il processo di lavorazione non sia iniziato. Non è necessario avere norme diverse, rapporti di corrispondenza o fattori di conversione su cui dibattere e da applicare in diversi tipi di pesca o per diversi tipi di specie, perché non è necessaria alcuna misurazione o raccolta delle pinne con le carcasse.
Considerato che gli squali sono più velocemente identificabili quando hanno le pinne ancora attaccate, l’opportunità di raccogliere dati sulle specie, la loro distribuzione e taglia e il numero degli squali sbarcati, è estremamente vantaggiosa, in quanto fornisce dati preziosi sullo stato degli stock e sulle misure di gestione necessarie. Il taglio delle pinne e altre lavorazioni a terra posso essere intraprese esattamente quando richiesto dai compratori, massimizzando così il valore del prodotto finale.
I numerosi vantaggi pratici della strategia delle “pinne naturalmente attaccate” (che è equivalente al Regolamento UE senza nessuna deroga) è stata adottata da un crescente numero di Paesi che catturano squali e adottare queste opzioni anziché altre significa applicare adeguatamente il divieto di finning. Inoltre, tale sistema è stato consigliato anche dal Fish Stocks Agreement Review Conference nel 2010 e dal Congresso mondiale sulla conservazione dell’IUCN.
RIFERIMENTI
Tutte le fonti presentate in questo sommario sono state reperite in Fowler, S. and Séret, B. 2010. Shark fins in Europe: Implications for reforming the EU finning ban. European Elasmobranch Association and IU CN Shark Specialist Group.
RINGRAZIAMENTI
Grazie a tutti coloro che hanno contribuito alla stesura di questo rapporto. Per una lista completa si prega di vedere il rapporto completo.
Raccomandazioni | ||
Le seguenti raccomandazioni intendono contribuire allo sviluppo della proposta finale per la revisione del Regolamento UE sul finning della Commissiome europea così come rispondere al Consiglio europeo dei Ministri e al Parlamento UE. Raccomandazioni primarie Raccomandazioni secondarie 1 - Rifiutare la situazione attuale, in quanto sono state ripetutamente promesse delle modifiche urgenti del Regolamento UE sul finning, considerato estremamente debole. 2 - Rifiutare tutte le opzioni che includano l’uso di sacchetti, o l’etichettatura delle pinne di squalo in quanto sono sistemi inaffidabili, inapplicabili, dispendiosi e potenzialmente dannosi per l’ecosistema marino. 3 - Mantenere un rapporto massimo di corrispondenza pinne/ carcasse solo come misura intermedia di passaggio dall’attuale sistema che consente la rimozione delle pinne in mare ad un sistema che prevede la rimozione e lavorazione delle pinne solo a terra: • Ordinare lo sbarco simultaneo delle pinne e delle carcasse degli squali • Basare il rapporto di corrispondenza pinne/carcasse su un preciso peso eviscerato (piuttosto che su un teorico peso intero) • Ridurre, senza eccezioni, l’attuale rapporto di corrispondenza pinne/carcasse ad un solo standard del 5% sul peso eviscerato, uniformemente applicato, più precauzionale e chiaramente definito. 4 - Al di là delle opzioni che verranno scelte, si sollecitano maggiori investimenti sui programmi per gli osservatori delle attività di pesca e sull’applicazione di questo e di altri importanti regolamenti. |
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